- Proprio accanto al Romanée Conti cresce uno dei Pinot Noir più belli
- Già impressionante oggi, ma migliorerà ancora
Il Poisots Romanée-Saint-Vivant si trova proprio tra Romanée Conti e La Tâche ed è uno dei segreti meglio custoditi della Borgogna.
Il vigneto
Mezzo ettaro di viti quasi cinquantenni si trova nel lotto le Clous de quatre Journaux, proprio ai piedi del Romanée Conti. Prima che il nome Romanée si affermasse, poi diviso di nuovo tra i proprietari Conti e l'Abbazia di Saint Vivant, c'era il Clous de quatre Journaux di circa 1,2 ha e il cuore del Romanée Conti, il Clous de Cinq Journaux, di circa 1,5 ha. Questi due lotti erano considerati i Borgogna più famosi e quando Louis Latour acquistò nel 1898 il Romanée Saint Vivant dalla famiglia Marey Monge, quasi unico proprietario, scelse il Clous des quatre journaux.
L'annata
Il 2014 è un anno molto buono con frutta bella, matura, fine e complessa, senza aromi scuri, troppo maturi o sfocati. Non ha la struttura tannica e la densità del 2015 e 2005 per essere considerato uno dei migliori anni del secolo, ma darà molta gioia. Non è del tutto diverso dal 2002, ma ha più pienezza. Di questa rarità ci sono solo circa 2000 bottiglie.
Degustazione
Il frutto è così setoso, l'aroma così sfumato e sottile, frutti neri e rossi - fragoline di bosco, more, lamponi, ciliegie - con un tocco di spezie esotiche, che il vino scivola leggero sul palato. Acidità e tannini sono così perfettamente integrati da restare dietro al frutto, dando solo una tensione interna vivace. Il vino possiede una concentrazione enorme di aromi che irradiano dal centro e rivestono tutto il palato. Da 30 anni vado in Borgogna, da cantina a cantina, spinto dall'ideale del perfetto Borgogna e quando lo si trova come qui, si resta senza parole per la felicità.
Sviluppo e potenziale
Il vino, che da giovane ha entusiasmato completamente, mostra ancora qualcosa della sua classe, ma si chiude sempre di più, quindi sarebbe un vero peccato berlo ora. Fino al 2028 dovrebbe riposare in una cantina relativamente calda, in una cantina fresca sicuramente fino ai primi anni '30. Fino al 2046-2050, con una conservazione adeguata, dovrebbe essere ben bevibile, mentre i sentori di tartufo e terra diventano lentamente più intensi, il frutto mantiene ancora una dolcezza fine, ma per l'amante dei vini intensamente fruttati potrebbe essere già un po' troppo maturo.